Prodotto dalla TGSRACE di Fermignano, si ispira alle mitiche Dune Buggies ma è in realtà un versatile quadriciclo pesante, mono o biposto, con motore elettrico oppure a scoppio
Esposto alla fiera di Ecomondo a Rimini, il novembre scorso, il Pirate – progettato e realizzato in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria Elettrica dell’Università di Bologna – ha suscitato grande interesse per le sue caratteristiche davvero peculiari. Si tratta, infatti, di un quadriciclo pesante dotato di omologazione Europea che può essere guidato a 16 anni senza obbligo di casco.
Il Pirate “elettrico”
La versione elettrica, ultimata all’inizio del 2013, può essere utilizzata indifferentemente su asfalto, dove può raggiungere gli 80 km/h, anche grazie al Kers del quale è dotata, che nel fuoristrada estremo. Nel primo caso l’autonomia è di 150 km che scende a 80 nell’uso intenso. I tempi di ricarica sono analoghi a quelli di una qualsiasi autovettura elettrica: in due ore si riporta la batteria agli ioni di litio all’80% pari a circa 100 km di percorrenza, mentre per la ricarica (e l’autonomia) completa occorrono dalle 7 alle 8 ore (con una spesa di sole 2 euro).
In fuoristrada il Pirate elettrico può affrontare pendenze superiori al 40% (massima superabile 55%) mentre, tornato sull’asfalto, può trainare (in condizioni ottimali, ovviamente) sino a 500 kg.
Il motore elettrico asincrono, raffreddato ad aria naturale (mentre l’inverter lo è ad aria forzata), eroga una potenza d’uscita nominale di 12 kW, mentre la massima è di 25 kW.
Il peso a secco del mezzo è di soli 470 kg (670 in ordine di marcia cui se ne possono aggiungere altri 205 di massa a carico). Interessanti le prestazioni con uno spunto di 0-40 km/h in 3,7 s, 0-50 km/h in 6,0 s e 0-60 km/h in 10,7”.
Altra peculiarità da sottolineare è la possibilità di utilizzare la versione elettrica su itinerari con flora e fauna protette e quindi vietate ad automezzi a combustione interna.
La versione con motore endotermico
Altrettanto interessanti sono le caratteristiche della versione dotata di motore a scoppio. Si tratta di un “benzina” 4 tempi, 2 cilindri in linea da 505 cc (alesaggio e corsa sono 72 x 62 mm, mentre il rapporto di compressione è di 10,7:1) che eroga una potenza massima di 15 kW/28,5 cv a 6.000 giri/min ed una coppia massima di 39 Nm a 2.200 giri/min.
La distribuzione è a 2 valvole per cilindro comandate da albero a camme in testa trascinato da cinghia, le punterie sono idrauliche, l’iniezione è una multipoint indiretta sequenziale fasata con farfalla motorizzata.
Il comando dell’acceleratore è di tipo “drive by wire” mentre la gestione di iniezione e accensione è integrata; la lubrificazione è a pressione mediante pompa olio trascinata dall’albero motore, ugualmente a circolazione forzata è il raffreddamento ha liquido con elettroventola.
Caratteristiche comuni
A parte la tipologia di trazione, i due veicoli sono sostanzialmente identici nelle dimensioni (altezza, larghezza, lunghezza, rispettivamente: 1,66 – 1,6 – 2,6 metri) e nella ciclistica (sospensioni anteriori a triangoli sovrapposti e posteriori a monobraccio scatolato), e cerchi da 14 differenziati in larghezza (anteriori da 7” con pneumatici 26 x 9.00R14 e posteriori 14×8 con pneumatici 26 x 1.00 R14).
Gli equipaggiamenti, vista la filosofia del mezzo, sono completi ma essenziali: il pilota può consultare il monitor Led touch-screen ed accomodarsi, come l’eventuale passeggero, su un pratico ed avvolgente sedile SPARCO con cinture di sicurezza a 4 punti.
Un ampio baule portaoggetti (rimovibile) può ospitare oggetti anche di un certo ingombro mentre, a protezione dell’equipaggio, ecco una copertura parzialmente o totalmente rimovibile; le carenature di serie possono essere, in base all’eventuale progetto del committente, completamente personalizzabili. Va sottolineato infine che, data la leggerezza del mezzo e le caratteristiche di gommatura e sospensioni, la trazione solo posteriore non rappresenta un problema neppure nei più impegnativi passaggi off-road, come possiamo vedere dai due sottostanti filmati, il primo relativo all’elettrico ed il secondo alla versione con motore a scoppio:
I lettori più smaliziati potranno notare come, su alcuni passaggi, l’immediatezza della coppia della versione elettrica aiuti il mezzo in alcuni passaggi impegnativi mentre la versione con motore a scoppio sembra più briosa nei passaggi più veloci, a patto di tenere il motore sempre allegro.
Un cenno infine alla finezza di alcuni particolari di telaio e sospensioni visibili nelle prime, brevi inquadrature del secondo filmato.
Giovanni Notaro